Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, martedì 24 ottobre 2017 - Idea geniale e illuminante e forse anche giusta è la riflessione che fa su un particolare e significativo episodio storico, il capogruppo consiliare dell’Udc alla Regione Puglia, Napoleone Cera. Lo fa a proposito di denominazione di strade e monumenti. Precisamente su Badoglio e la disfatta di Caporetto. A proposito egli si chiede in un articolato comunicato stampa, a sua firma:
Perché non “Eliminare strade, piazze e luoghi dedicati a Pietro Badoglio, tra i responsabili della disfatta di Caporetto e della morte e prigionia di migliaia di soldati italiani, molti dei quali provenienti dal Mezzogiorno”? Dunque,” niente più – egli invoca per la sua città di nascita e residenza– San Marco in Lamis) Via Pietro Badoglio, ma Via Vittime di Caporetto”. Tanto urge ed è doveroso, secondo il suo dire, in occasione del centenario della triste ‘disfatta’disfatta’ che vide perire sul campo centinaia e centinaia di soldati italiani, in massima parte del Sud.
<< Tra gli ufficiali responsabili del disastro che sono rimasti al loro posto, facendo anche carriera, ci fu Pietro Badoglio. Già sospettato di crimini di guerra dopo la conquista di Monte Sabotino, tanto da essere ricercato dagli austroungarici, e dopo la conquista dell’Etiopia, con ripetute richieste di processo da parte dell’Onu e del governo dell’ex colonia italiana, Badoglio si è macchiato del disastro di Caporetto, lasciando allo sbaraglio e senza comandi migliaia di soldati, finiti uccisi o nei campi di prigionia austriaci, mentre si metteva al sicuro, evitando così di finire sotto processo da parte di un tribunale militare nemico…>>.
Rifacendosi alle documentazioni dei testi del giornalista Lorenzo Del Boca, il consigliere regionale, sottolinea più avanti che sarebbe inopportuno ed “indecoroso continuare a ricordare nella toponomastica italiana” uomini che con la loro negligenza e decisioni avrebbero ‘non onorato’ la patria, bensì fatto carriera, mandando al patibolo tantissimi ignavi ed incolpevoli militari. Militari ignoti ed ufficiali, questi ultimi, su cui andrebbe appuntato per il loro sacrificio qualche medaglia, innalzato un cippo o una lapide o ricordati ‘insieme’, come suggerisce il nostro interlocutore. A pagare, secondo la ricostruzione – commento di Cera, fu solo Cadorna, quando le ricerche confermerebbe che la scelta della ‘difesa ad oltranza’ di Caporetto in vista dell’offensiva Austro- ungarica, sarebbe stata condivisa da tutti gli ufficiali superiori e forse anche proposta da taluni di essi, come il suddetto Badoglio.
Anzi si sospetta di spionaggio e di buttare giù il morale. Sarebbe accaduto ben diversamente se si fosse adottata la linea del ‘contrattacco’, considerando che molti reggimenti avevano trincee ‘avanzate’, che, ‘ignare del futuro’ furono al momento opportuno furono completamente accerchiate e sbaragliate. C’è di più. Il commento-riferimento, questa volta, è alla cosiddetta “Trappola di Volce”, predisposta dal generale Capello, che avrebbe consentito alle nostre truppe l’ingresso in profondità, per farlo colpire poi con un massiccio bombardamento. L’esecuzione fu affidata al Badoglio che non darà mai per quanto constato dal nostro interlocutore l’ordine di attaccare, con tutte le conseguenze sopra raccontate. Dunque, conclude Cera, rinterrogandosi, perché “Nonostante gli errori, alcuni clamorosi, Badoglio farà una carriera fulminea, fino a guidare il governo italiano nel periodo difficile della transizione dal regime fascista alla Repubblica Italiana>> ?. Insomma, in casi del genere, il pensiero volge solitamente alla latina “Damnatio memoriae”.