Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, venerdì 20 ottobre 2017 - Tra i ritratti famosi di Zahi Issa, pittore siriano, c’è anche quello del noto ed indimenticabile chirurgo sammarchese, Antonio Di Mattia, di cui si dirà (vedi foto). Zahi Issa, tra i maggiori protagonisti dell’arte figurativa moderna di levatura internazionale, è nato ad Aleppo il 5 gennaio 1962. Qui ha trascorso, assieme ad un fratello e ad una sorella, la sua infanzia ed adolescenza nella scuola - bottega del padre Jack, pure lui noto nel mondo occidentale e in Usa, come uno degli artisti e disegnatori più originali del secolo scorso.
Non a caso al suo studio facevano riferimento gli stessi William Hanna e Joseph Barbera, la coppia dei fumettisti cartoni animati, considerati tra i più potenti e creativi del globo, sia in campo cinematografico, sia in quello cartaceo. Ad appena 13 anni, Zahi si fa conoscere con la sua prima mostra personale esposta nella città natale. Nel 1981 si ripete a Damasco. Dopo di che diventa una sorte di ‘Ulisse’ , in giro in tutto il mondo ed esponendo in ogni dove. Tra l’altro, è ad Atene e a Barcellona nel 1985. Lo stesso anno approda a Roma. Qui scopre la vocazione religiosa.
Vuole farsi prete. Dopo i primi esperimenti ecclesiastici, lo troviamo sempre nel 1985, prima al Convento di S.Maria delle Grazie, a Manfredonia, al cui interno realizza numerose opere religiose e si propone con una personale. Successivamente lo rivediamo al Convento di San Pasquale in Foggia, dove dedica il suo impegno artistico al Signore, realizzando delle bellissime e salvifiche gigantografie ad ornamento del refettorio. Fa la stessa cosa per altre strutture monastiche della città. Il Convento non è per lui. Se ne accorge, allorché scopre la sua Filomena e si innamora perdutamente di lei, la donna della sua vita. Nel 1990 la porta all’altare.
Nel contempo apre in Via Marchese De Rosa, la sua bottega di cornici ed arte. È da qui che parte e continua ininterrotto il successo operoso e di critica dell’artista siriano. Espone, partecipando a più non posso a mostre personali e collettive, oltre che a Foggia e nei maggiori centri della provincia, della regione; a Bari (Palazzo della Provincia) presenta per la prima volta dei quadri scultorei, accessibili anche ai non vedenti, d’Italia e del pianeta intero. Da allora sino ad oggi, il riferimento è a: Roma (Palazzo Barberini), Milano (idem), Napoli, Ancona, Santa Margherita Ligure, Firenze, Genova, La Valletta (Malta), Francoforte, Parigi e persino New York, con la conquista del primo premio.
Il suo principale ‘pallino’ artistico è la ritrattistica. In tale genere egli da subito esprime il meglio di sé, specie quando tocca le figure di anziani, come il padre, ritratto più volte nelle sue vesti ed atteggiamenti medio - orientali. Altrettanto dicasi dei personaggi biblici, che perdono la loro ieraticità e diventano uomini terreni con le loro rughe e la possanza degli sguardi e della plasticità corporea, grazie anche alla pastosità dei colori e alle luci-ombre, che caratterizzano il suo stile, a metà strada tra il neorealismo e il tecnicismo odierno imposto e diffuso dal Web, in cui non casca mai in rete, ma lo fa proprio, carpendone e sviluppando la sua potenzialità.
Sarà proprio la ‘ritrattistica’ a renderlo famoso in ogni dove, tanto da conquistare da subito la stima e la fiducia delle famiglie bene del Capoluogo e della provincia, dove egli vive. Tra queste c’è anche la famiglia del compianto dr. Antonio Di Mattia, scomparso nel 2005, all’apice della sua carriera professionale, quella di Direttore del Reparto di Chirurgia presso l’ex-Nosocomio ‘Umberto I’ di San Marco in Lamis: un valente professionista ed un grande uomo, noto ed amato per la sua bravura e per la sua disponibilità soprattutto verso gli ultimi, tanto da meritarsi l’appellativo di ‘medico dei poveri’. Ragion per cui, un bel giorno la vedova, Rosa Giuliani, va da Zhai Issa e gli porge la fotografia del marito.
Lui guarda la foto ed in un attimo si innamora dell’immagine, dicendo “Farò il ritratto; è un viso che mi piace e mi comunica tante cose”. Insomma, nel giro di pochi giorni, il ritratto è bello e fatto, con tutta la sua straordinaria espressività. E da allora è esposto nella casa padronale di San Marco, quasi presenza viva e reale del dr. Antonio Di Mattia, che così continua a condividere intimità ed affetto con i famigliari. Infine, va evidenziato che dell’arte di Zahi Issa , ne hanno parlato e ne parlano ancora i migliori critici del mondo. Tra l’altro, in elenco, ci sono Alfredo Pasolino (incontrastato esperto d’arte),Vittorio Sgarbi e l’artista poetessa Lucia Torelli, il primo già noto per i suoi acuti ed incontrovertibili giudizi su questo o su quell’altro artista della nostra contemporaneità, l’altra in qualità di astro nascente del medesimo settore artistico e critico.