Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, lunedì 17 ottobre 2017 -  Come accade per tutte le altre libere professioni, anche  gli avvocati del foro di Foggia e provincia tornano di tanto in tanto a scuola per essere costantemente preparati ed aggiornati nella loro materia.  Per essi è previsto, sabato 21 ottobre c.a.,  un Corso formativo  in diritto civile e diritto penale sul tema “Il raggiro: tutela civile e penale. Lo stesso vedrà il suo svolgimento, dalle ore 9.00 alle ore 12,30 presso la Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte (Villa Comunale, ingresso da Via Galiani).

 La promozione  dell’iniziativa, di cui si dirà, si avvale dell’apporto esperienziale dell’ordine professionale  e dell’associazione “Daunia Forense” del Capoluogo e naturalmente del riconoscimento - patrocinio dell’Ente  comunale. Va detto subito che tra i relatori c’è anche Tonino Daniele, noto avvocato  di San Marco in Lamis, nonché, al pari degli altri due suoi colleghi, v. procuratore onorario del Tribunale. Quest’ultimo, negli ultimi tempi è salito più volte sulla cresta dell’onda  della notorietà per i suoi critici ed illuminanti interventi nel campo della letteratura, con particolare riguardo al genere poetico.  Originale il tema, come pure il contenuto della sua relazione. Si tratta de “Il diritto incalcolabile tra norme e prassi applicativa”.

In gioco non c’è più la discussa certezza della pena, ma l’incertezza del diritto, con tutti i suoi pro e contro che mettono a dura prova l’andamento processuale,  soprattutto oggi, dove ai classici tre  gradi, si è aggiunto quello della Corte Europea, senza tener conto  poi delle diverse e talvolta opposte  sentenze , emesse sia dagli organi giurisdizionali verticali che orizzontali. Insomma, talvolta, l’imprevedibilità del risultato è come una ‘roulette russa’, egli sottolinea.  Daniele affronta il suo  discorso con una sottesa ironia, prendendo a prestito talvolta  figure ed  argomenti letterari, come quello di Calpurnia  domestica dell’Avvocato Atticus Finch, tratta dal romanzo di Harper Lee, Il buio oltre la siepe. Il passo recita:  << La prima cosa che si impara stando in una famiglia di gente di legge è che a nulla si può rispondere in modo preciso e sicuro.

Il Signor Finch non può dire: le cose andranno così e così, se non è sicuro che andranno proprio così>>.  E, talvolta, questo modo di pensare diventa un ‘modus vivendi’ di certi avvocati, anche quando si trovano a trattare materie diverse da quelle giuridiche. Per esempio, quando si chiede ad un legale di tal fatta un parere su qualcosa egli te ne dà uno, salvo rimangiarlo qualche secondo dopo in virtù del suo acume dialettico. La medesima incalcolabilità, la si riscontrerebbe, a suo dire,  nel medesimo tema generale dei’ raggiri’. Una categoria comportamentale, quest’ultima,  che ben si concilierebbe con l’imprevedibilità, appunto. Poi fa l’esempio la posizione di volta in volta assunta verso taluni reati. Basta un nonnulla interpretativo per cambiare opinione.

A mantenere, poi, lo status quo, ci pensa il legislatore, mettendoci quotidianamente il suo, per lasciare le cose tali e quali. A commento della medesima  tesi Daniele tira in ballo “Natalino Irti e al suo diritto incalcolabile”, consigliando di mettere l’articolo determinato il al posto di un, in quanto l’imprevedibilità abbraccia tutto il diritto e non solo una parte. Labile è pure il confine in campo giuridico tra passato e futuro, in quanto ci troviamo a vivere in un mondo in continuo divenire, senza regole certe del diritto. Riguardo al controllo della nomofilachia  ossia l’osservanza interpretativa della legge a livello nazionale riservata alla Corte di Cassazione è di tipo verticale  e declinata in senso gerarchico. Quella moderna, secondo Daniele, non può che essere orizzontale, circolare e “cetuale”.

Essa trova sì il naturale punto di sintesi nella Corte di Cassazione, ma è promossa dai giudici di merito, i primi a confrontarsi con la fluidità sociale e torna ai giudici di merito che misurano gli effetti della giurisprudenza di legittimità. Ciononostante la nomofilachia orizzontale rimane per Daniele ancora debole. Ed in proposito tira fuori il suo ultimo paragone letterario tratto dal romanzo “L’esperimento di Pott” (1929) di Pittigrilli (pseudonimo di Dino Segre), dove in una sentenza è lo stesso giudice ad evidenziare l’evanescenza del diritto.  Come accennato all’inizio. Si inizierà con i saluti istitutizionali di Stefano Pio Foglia, presidente dell’ordine e di Adriano Pernice, presidente dell’associazione “Daunia Forense”.

Dopo di che si alterneranno ai microfoni Gianluca Petti (Il reato di circonvenzione d’incapace, profili civilistici e penalistici) e Giovanni Marchesani (La truffa contrattuale: il confine tra lecito civile ed illecito penale). Quindi, concluderà con le ‘sue note’Daniele, di cui si è detto, con la moderazione in tutto del predetto Pernice. La partecipazione, aperta a tutti, darà il diritto alla registrazione sul portale Geform e l’accreditamento in sala dei tre crediti previsto. Il comitato scientifico ed organizzativo è composto dallo stesso Pernice, da Adele Saurino e Massimo Pozzolante.