Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 6 ottobre 2017 - Ciò che ha rovinato in parte la qualità dei programmi televisivi della Rai è stata l’introduzione dell’Auditel. Nata per capire quanto “vale” un programma televisivo in senso di sponsorizzazioni. Più un programma viene visto, e più quel prodotto pubblicizzato all’interno di quella trasmissione costa. E tutto questo è iniziato in Italia da quando sono nate le tv private, che si reggono proprio su questo concetto economico. Ed è giusto che sia così, altrimenti l’editoria televisiva privata avrebbe avuto vita breve.
Prima dell’avvento dell’Auditel (presenza media di telespettatori per ogni programma televisivo visto), c’era “L’indice di gradimento”, il quale diceva di quanto quel programma fosse piaciuto. E il tutto veniva fatto tramite telefonate da parte di operatori che chiamavano a domicilio i telespettatori presi a campione (alcune volte chiamarono anche a casa mia).
Adesso sappiamo, più o meno, quanti italiani vedono un programma, ma non sappiamo più quanto sia piaciuto! E non è poco. Siamo ormai nella medianità della maggioranza. La maggioranza ha sempre ragione, non sbaglia mai, e quindi dobbiamo seguire ciò che la maggioranza preferisce.
Il discorso della raccolta pubblicitaria (soldi che vanno alle tv private) va benissimo per le tv commerciali, ma non va bene per niente per la tv di Stato. La Rai ha l’obbligo morale, educativo di proporre quasi sempre programmi culturali. Non deve assolutamente seguire i programmi inutili, che rendono tanto come raccolta fondi, come fanno le tv private, ma poco come qualità televisiva.
E ogni volta che la Rai propone un programma di qualità, ci sono sempre i soliti che dicono che quel programma non è bello, poichè è lento, è noioso, è inutile. Forse abbiamo dimenticato troppo presto quando la Rai trasmetteva gli sceneggiati televisivi tratti dai classici della letteratura, come “I Promessi Sposi”, “Eneide”, “Odissea, “La cittadella”, “L’Orlando Furioso”, “Cristo si è fermato a Eboli”, Gesù di Nazareth” di Zeffirelli e tanti altri programmi che adesso vengono chiamati “fiction”(?!)
Qualche decennio fa la Rai era soprattutto questo, e la qualità si vedeva. Di tanto in tanto ritorna con timidi tentativi di proporre cultura in prima serata e ci sono i soliti imbecilli che deridono la tv di Stato per queste iniziative. Teste di cazzo: ma perché non continuate a guardare “Il Grande Fratello”, “Uomini e donne”, e tanti altri programmi che vi faranno capire molto bene (se ce ne fosse ancora bisogno) di quanto sia inutile la vostra esistenza???
Siete liberi di premere il tasto del telecomando come e quando volete, ma non vi permettete di dire che i programmi culturali in prima serata non bisogna trasmetterli poiché li vedono in pochi essendo noiosi.
Ieri lo scrittore Alessandro Baricco ha presentato su Rai 3 in prima serata una trasmissione evento, dove ha raccontato a modo suo il libro “Furore” di John Steinbeck, dove si narra la storia di una famiglia americana che negli anni ’30 è costretta ad abbandonare la propria fattoria nell'Oklahoma a bordo di un autocarro e attraversa il Texas, il New Mexico e l'Arizona, lungo la Route 66 e va ad insediarsi in California, dove spera di ricostruirsi un avvenire.
E Baricco lo fa a modo suo: in un modo perfetto! Ti fa sentire addosso tutti i dubbi e i problemi della famiglia Joad che intraprende questo viaggio biblico per arrivare chissà dove e per fare chissà cosa.
il problema è che poi la Rai ascolta tanti imbecilli che vogliono che non venga mai più trasmesso un programma del genere in prima serata! Eh, sì! Perché la maggioranza vince! La maggioranza (come la folla) non pensa. La maggioranza non ha nemmeno un minuto di tempo per riflettere su un solo rigo di quello che ha scritto John Steinbeck nel suo romanzo.
La maggioranza non sa che le emozioni vengono prodotte anche dalle parole, dipende soprattutto da come vengono “messe in fila”, come quando si compone una sinfonia. La maggioranza ormai non è più abituata a vedere programmi di un certo livello. Ma si accontenta di vedere Vip (sic!) che stanno facendo la doccia o che si stanno denudando per farla sotto le telecamere. E dopo capire chi russa e chi no attraverso le telecamere a raggi infrarossi (!!??) E’ questo quello che vuole e trova “La specie imprevista”!!
Alcuni di questi sporchi personaggi televisivi (nel senso che in quel momento non erano ancora puliti, ancora non erano sotto la doccia), hanno detto che “Una volta volevano entrare in una libreria”. Volevano entrare in una libreria… ma ci rendiamo conto!! Le librerie le considerano come luoghi misteriosi o misterici, forse pericolosi, ignoti. Lì dentro non si sa cosa possa esserci. Forse avevano paura di non poterne più uscire!!
E infatti non sono entrati!! E si vede tantissimo che non sono mai entrati in una libreria!. Non solo si vede, ma si sente soprattutto!!
Per quelli che non conoscessero Alessandro Baricco, consiglio di vedere su Rai Replay i vecchi programmi televisivi di questo scrittore, di come spiega la genesi di alcuni romanzi, di come li racconta. Come fa dei parallelismi con altre opere d’arte che potrebbero essere dei quadri o delle composizioni musicali.
Oppure di leggere alcuni dei suoi romanzi, come “Oceano Mare, “Castelli di rabbia”, City” ed altri. Potranno anche non piacere, ma avranno sicuramente molto da dire di tante docce, scorregge e balli visti in tv. E molti telespettatori decideranno che ormai sia arrivato il tempo di far vincere la minoranza!!
Book recommended: “Barnum” di Alessandro Baricco
Soundtrack: “Acqua dalla luna” - Claudio Baglioni
Mario Ciro Ciavarella