Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 25 settembre 2017A volte per conoscere la Verità ci rivolgiamo a “quelli” che dovrebbero conoscerla, i defunti. Sono loro che, vivendo in una dimensione non terrena, sono a conoscenza di tutto ciò che a noi viventi sfugge. Passato, presente e futuro, spesso si incontrano in momenti e luoghi poco comuni: durante una seduta spiritica, dove non raramente si mischia sacro e profano: evocazione dei defunti con momenti di sesso.

  Chissà perché per conoscere il futuro di una persona, bisogna anche conoscerla sessualmente!! Oppure, per sapere cosa c’è dopo la vita terrena, bisogna dire a delle signore, che si devono spogliare!!

 Forse il corpo di queste donne che siedono, intorno ad un tavolo,  sfiorando le mani di altre persone per formare “la catena”, all’interno si aprono dei libri che, rimanendo vestite, nessuno riesce a leggere. Come dire: la pelle è la copertina dei nostri libri, e l’impaginazione svela il nostro futuro.

 Quasi sempre la gente che si rivolge a questi presunti medium e derivati, è quella che ha affrontato di recente un lutto, e non riesce nel modo più assoluto ad elaborarlo in modo “naturale”, ma cerca di trovare un nesso tra perdita del parente e non casualità del decesso.

 Cerca in pratica di consolarsi, pensando che quella perdita serva ad uno scopo ben preciso. E che nulla succede per caso. Ma sono morti che daranno un senso alle nostre vite. “L’imperfezione” delle nostre vite  vissute fino a quel momento (quello della morte del parente), diventeranno perfette evocando spiriti. I quali ci informeranno su cosa fare o meno delle nostre esistenze.

 Se tutto ciò fosse scientifico sapremmo tutto in anteprima: dell’esistenza di dio, delle anime, dell’aldilà, dell’inferno. Spiriti guida che, interpellati da noi, ci direbbero di tutto.

Il problema principale durante queste sedute spiritiche è che, da quello  che dicono gli esperti, i demoni conoscendo anche loro tutto di noi (ma solo noi non sappiamo niente di noi??) si potrebbero spacciare per il parente defunto evocato e dirci cose che inizialmente avvicinerebbero alla fede, per poi sviare su vie “alternative”.

 Inoltre, da quello che dice la Chiesa Cattolica, i defunti possono essere visibili ai vivi solo se dio decide in tal senso, anche senza rivolgersi a dei  medium. In quei casi, l’evocazione sicuramente attirerebbe spiriti maligni che non hanno niente a che vedere con i nostri cari defunti.

 A Roma, nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, c’è il Museo delle Anime del Purgatorio, dove sono conservate delle “prove” dell’esistenza delle anime, che ci contattano toccando con le loro mani(!?) oggetti di noi viventi: libri, tessuti, banconote… e lasciandoci sopra delle orme che rappresentano quasi delle impronte digitali dei fù.

 E queste apparizioni dei defunti, avverrebbero senza l’ausilio di sedute spiritiche, ma solo per volontà di dio. E sarebbero la prova “scientifica” che non c’è bisogna della nostra evocazione per contattare i defunti.

 In antitesi alle argomentazioni poste dalla Chiesa Cattolica, ci sono quelle del gruppo “Cerchio Firenze 77”, che si definisce come “una figura ideale che condivide l’insegnamento pervenuto attraverso la medianità di Roberto Setti (Firenze, 1930-1984) che è stato uno dei più completi medium conosciuti”.

 In questo gruppo si tengono sedute spiritiche ormai da decenni, durante  le quali i partecipanti giurano che si materializzano oggetti appartenuti ai  defunti evocati. Inoltre, in questo gruppo, per dirla in breve, si parla, tra  l’altro di “divisone di mondi della percezione in piani e sottopiani che si possono classificare nel numero 7”.

 Detto questo, la confusione è servita!!! Non sappiamo assolutamente  nulla di quello che esiste, e di quello che potrebbe esistere, non sappiamo  nulla di nulla!!! Solo questo sappiamo.

E di conseguenza cerchiamo di capirci qualcosa durante la nostra esistenza. Possiamo tentare di farlo anche senza scomodare coloro che non ci sono più. La nostra realtà la viviamo qui tutti i giorni.

 La nostra coscienza ci porta a vivere dei passati, presenti e futuri che ogni giorno costruiamo a nostra immagine e somiglianza. (Sicuramente imperfetti).

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Mario Ciro Ciavarella