Antonio Daniele

San Marco in Lamis, sabato 23 settembre 2017 -  Sabato e Domenica prossima in tutta Italia si vivrà la giornata ecologica “Puliamo il mondo”, portata in Italia da Lega Ambiente 25 anni fa, sulla scia di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo. Anche a S. Marco in Lamis, con l’impegno dell’Agesci e di altre associazioni cittadine, si potrà pulire il nostro bosco e gli spazi verdi della nostra città. Qualcosa però non torna. Per chi viaggia sulle nostre strade, può notare che l’immondizia è sparsa in ogni angolo, con accumuli, anche, di materiale pericoloso come le tegole in amianto o altri materiali nocivi all’ambiente e alla salute dell’uomo.

 Da anni si parla di ecomafia, cioè di affari che la malavita sta facendo con l’immondizia, tanto da superare i “guadagni” provenienti da altre “attività” criminose. Le amministrazioni pubbliche prese, molto spesso dall’emergenza ambientale, facilmente conferiscono, a loro insaputa, incarichi a ditte con prestanome, per raggirare la certificazione sull’antimafia. Eppure, vedere tanta immondizia sulle nostre strade non può essere solo frutto di maleducazione o disinteresse all’ambiente. A volte, penso che ci sia una vera e propria strategia a creare l’emergenza ambientale, perché colpisce i cittadini, si crea disagio, si cercano rimedi per trovare scorciatoie.

Gli esperti parlano della più grande azienda del paese, quella legata all’immondizia. Si fanno affari. Si crea consenso elettorale. Non può bastare una sola giornata per pulire le cunette delle nostre strade. C’è bisogno di una politica seria che smascheri che ci guadagna sull’affare immondizia in perenne emergenza. I cittadini devono fare la loro parte con la raccolta differenziata che deve necessariamente avere percentuali alte. A loro volta, le amministrazioni comunali dovrebbero premiare i cittadini virtuosi, con sconti sulla tassa dell’immondizia. Ma non solo. L’Italia è uno dei pochi paesi in cui si compra facilmente stoviglie in plastica. Si commercia molta acqua in bottiglie in plastica. Si vende molto vetro a perdere.

Nonostante le tonnellate di immondizia che produciamo, non c’è nessuna proposta di legge che regolarizzi, o che limiti, questo commercio. Inoltre, è difficile trovare una popolazione disposta ad accettare sul proprio territorio inceneritori o impianti di compostaggi. Siamo tutti d’accordo sulla loro utilità, ma basta che si facciano lontano da casa. Eppure, mentre in Italia si fa fatica a smaltire, in altre zone della nostra stessa Europa, si cerca la nostra immondizia per alimentare questi impianti, con il paradosso che dobbiamo pure pagare per poterla conferire.

Allora ricordiamoci delle parole del Santo Padre Francesco che nell’Enciclica Laudato Sì impegna ogni cristiano a considerare l’ambiente come la casa comune di tutta l’umanità. In questo mese in cui la Chiesa si fa meditare sull’importanza del creato, non fuggiamo dalle nostre responsabilità. La nostra “casa comune” va curata e protetta.