Antonio Daniele
San Marco in Lamis, venerdì 15 settembre 2017 - È da un po' di anni che assistiamo alla mancanza di sicurezza nelle nostre strade. Anziani, e non solo, si devono barrare in casa per paura. È notizia di alcuni giorni che un’anziana della nostra città di S. Marco in Lamis, dopo il ritorno dalle vacanze, ha trovato l’amara sorpresa del furto della propria abitazione con la conseguenza di essere privata non solo di cose di valore, ma di tanti oggetti che rappresentano i ricordi di tutta una vita. Mi raccontava del loro valore emotivo.
Le occasioni per cui ha avuto o comprato oggetti di valore. Accanto al dolore fisico per malattia o per vecchiaia, molti nostri anziani aggiungono il dolore per il furto e per vedersi la casa svaligiata e messa sotto sopra. Non di rado, anche persone che vivono sole e che vengono ricoverate in ospedale per alcuni giorni hanno trovato la loro abitazione “visitata” dai ladri. Sono testimone di un caso familiare, un dolore per tutta la famiglia anche perché dopo alcuni giorni questa mia parente è morta e per i figli non c’è stata nemmeno la consolazione di avere con sé le cose più care che appartenevano alla propria congiunta.
È solo microcriminalità? Sono solo balordi che evidentemente conoscono bene l’abitudine dei residenti del quartiere? C’è di fatto che questo fenomeno induce a un senso d’insicurezza molto alto. I nostri anziani hanno paura di stare in casa da soli anche per poche ore. Aumentano cancelli in ferro, quasi per un’autoreclusione. Oltre al fenomeno dell’insicurezza, c’è anche quello dell’estetica dei nostri vicoli, turbando l’aspetto tradizionale di balconi e finestre. La nostra comunità, che in questi giorni è impegnata attivamente per il fenomeno mafia, deve preoccuparsi seriamente anche della microcriminalità diffusa.
Tanti hanno sfiducia di rivolgersi anche ai carabinieri perché non trovano risposte sufficienti. Tutta la città, dalle Istituzioni, ai Carabinieri, alle Parrocchie e Associazioni devono cercare di fare muro a un fenomeno che mette a rischio e deturpa la vita della comunità, soprattutto nel nostro centro storico, con la conseguenza del suo abbandono.