Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, mercoledì 6 settembre 2017 -  Nelle poesie di Alexis ci si rivede un po’ se stessi, quello che si è e quello che si è stati. E’ il caso anche della bellissima ed espressiva lirica ‘Gli occhi dell’Amore’ pubblicata l’altro giorno. È l’universalità del sentimento, che assieme all’originalità della forma, costituiscono i due elementi essenziale per giudicare con gli occhi della ragione un dato componimento.  Chi è innamorato vede intorno a sé la perfezione e il sorriso.

 Al contrario quando l’amore finisce e il cuore si isterilisce, tutto diventa buio, brutto, insignificante e più spesso subentra la noia che non ti abbandona più fino a quando la pagina della tua storia non si gira e subentra quella di un altro amore. Tutto questo accade nell’adolescenza, dove il sentimento, fatto di semplici sguardi intensi e complici, dura lo spazio di un mattino, nella gioventù allorché s’incontra l’amore ‘vero’, quello che ti fa vedere dell’amato anche il minimo difetto, ma ti  piace lo stesso e lo vuoi per davvero in ‘toto’. Nella maturità, allorché il sentimento sembra affievolirsi, in virtù dei tanti problemi che abbiamo di fronte: il lavoro,  la famiglia, i figli,ecc. Allora lo vediamo come bene-rifugio e di consolazione per quel tipo di vicissitudini e di  ambasce.

 Nella vecchiaia, allorché sembra tutto finito, per la diminuzione della libido, che scompare del tutto quando non si ama. È allora che l’amore diventa una piacevole e spirituale nostalgia, i cui ricordi ti tengono compagnia nei momenti più tristi, facendoti  scordare un po’ l’età che avanza e la perdita della speranza. Tale sensazione, specie se si tratta di primo Amore, donna o uomo che sia, non ti lascia mai, né scema in presenza di un altro partner o di figli e nipoti, ai quali si è legati da molto affetto. Ti ricompare quando meno te l’aspetti ed è difficile da rimuovere il ricordo, anche quando si è lontano dalla persona amata centinaia e centinaia di chilometri o ti assale il moralismo e il rimorso di fare qualcosa di male o di sconcio contro l’onorabilità del partner.

A questo punto calza bene il detto che il primo amore non si scorda mai, né si può sopprimere con qualsivoglia espediente.  Esso è frutto di libera scelta e per nulla affatto di convenzione. Nel decennio ’68-’78, qualcuno inneggiava all’amore libero in senso di tempo e di coppia . Anzi ci si poteva addirittura innamorare di una prostituta (la letteratura la dice lunga su questo tema). In tal caso si proverebbe  uguale sentimento come per una verginella al primo pelo. Di solito la terza età la trascorre bene chi ha amato di più nella gioventù, a prescindere dai legami convenzionali. E’ inutile rimettere il testo  della poesia, perché  la si può rileggere benissimo su “sanmarcoinlamis.org”.