Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, mercoledì 6 settembre 2017 -  E adesso non ci resta che decifrare il manoscritto Voynich, un codice illustrato risalente al quindicesimo secolo, il quale deve il suo nome a  Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, naturalizzato inglese, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Monfragone nei pressi di Frascati nel 1912. Sì perchè, ci è giunta notizia che un altro manoscritto misterioso è stato decifrato. E ci ha pensato un computer. E chi se no?? Naturalmente  “diretto” da menti umani eccelse prettamente dedite all’informatica.  

 Le quali hanno utilizzato un programma di decriptazione preso dal «deep web», il grande mare nascosto della rete, che non si trova su Google perché non vuole essere cercato. E questa ricerca uomo-computer ha dato un frutto insperato: è riuscita a decifrare “La lettera del diavolo”.

 Lasciata  tra le mani di Suor Maria Crocifissa della Concezione, al secolo Isabella Tomasi, l’11 agoato del 1676. La religiosa venne trovata nella sua cella seduta a terra con la faccia quasi completamente sporcata con l’inchiostro, e un foglio tra le mani scritto in un alfabeto incomprensibile.

 Quella lettera, racconta la suora alle consorelle, dettatale da Satana in persona al termine di una lotta estenuante con un gruppo di demoni.

 Appena quattordici righe (il diavolo parla poco ma fa troppo!!), con frasi  come:  «Forse ormai certo Stige», “Poiché Dio Cristo Zoroastro seguono le vie antiche e sarte cucite dagli uomini, Ohimé”, “Un Dio che sento liberare i mortali”.   Queste  le tre frasi più rappresentative dell’intera lettera.

 Poi ci sarebbero altri due messaggi lasciati da satana alla suora, la quale si rifiutò di rivelarli, per la loro tragicità!!

 Per interpretare il diavolo, gli studiosi hanno inserito nel programma informatico suddetto, l’alfabeto greco, quello latino, quello runico (delle antiche popolazioni germaniche) e quello degli yazidi, il popolo considerato adoratore del diavolo che abitò il Sinjar iracheno prima della comparsa dell’Islam.

 Ora, veniamo a noi: ma come può una suora chiusa tra quattro mura di un convento conoscere benissimo!!! il greco, il latino, il runico e addirittura una lingua irachena ormai scomparsa??? Non solo: ma li avrebbe cosi bene mischiati che solo dopo quasi 400 anni saremmo riusciti a caprici qualcosa??? Il dubbio viene.

 In questi casi si parla spesso di malattie mentali, personalità bipolari... Va be’, ma cosa c’entra tutto questo con la conoscenza e la mescolanza criptica di lingue così diverse??

 Io sinceramente sono tentato a credere nella buona fede di questa suora. Il diavolo quando ci si mette fa di tutto per confonderci. Anzi, spesso fa di tutto per far credere che non esiste per meglio avere il controllo sul nostro agire.

 Agiamo secondo coscienza, e su questo non ci sono dubbi; ma se pensiamo e consideriamo che l’esistenza del demonio sia “un’opinione”, la nostra coscienza vale ben poco.

 La grammatica del diavolo è molto ricca, consoce tutte le lingue del mondo. Può farci intendere tutto, come può ingannarci per sempre. Seminando nella nostra mente i dubbi sulla sua esistenza. In modo tale che il nostro agire potrebbe tendere più verso il male che verso il bene.

 La comprensione dell’uomo è spesso indirizzata verso una sola direzione “linguistica”, nel senso che fa di tutto per farsi capire parlando la stessa lingua dei suoi simili. È una nostra limitazione.

 Un problema che il diavolo non ha: sa parlare in tutti i modi, è affabulatore, è istrionico, si sostituisce a dio, a volte si fa vedere, a volte si fa solo sentire, potrebbe essere un amico oppure un nemico, è cosmopolita, non morirà mai.

 Basta questo per dire che il demonio oltre a conoscere tutte le parole del mondo (la grammatica) spesso fa anche i fatti!!

 

Sound Track: “Highway to hell” - AC/DC

 Film recommended: “L’esorcista” di   William Friedkin

 

Mario Ciro Ciavrella