Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, martedì 5 settembre 2017 - Protagonista della serata ‘antimafia’ è stato proprio lui: don Antonio Coluccia, fondatore dell’opera Don Giustino onlus in quel di Roma, di cui si dirà. Ad introdurre il tema e i relatori è stato Ludovico Delle Vergini, nella sua duplice veste di responsabile del circolo Arci ‘Pablo Neruda’ e di referente del Laboratorio”Artefacendo”, la cui sala-grande ha ospitato ieri sera il partecipato e serioso evento. Lo ha fatto, illustrando le iniziative in programma per coinvolgere i cittadini a tenere duro circa l’affermazione della legalità.
In sintonia si è espresso pure il sindaco Michele Merla, che ha preannunciato una riunione consiliare mono-tematica per il prossimo lunedì, al fine di analizzare anche sul piano politico-amministrativo la vicenda e proporre un piano di azione concreta a sostegno di quanto stanno già facendo le altre istituzioni competenti. Ha preso, poi, il microfono Vincenzo Luciani, che con accenti commossi, oltre ad esternare il dolore per la perdita dei congiunti e ringraziare per la solidarietà ricevuta, ha assicurato la massima collaborazione della sua famiglia.
Daniela Marcone, v. presidente nazionale di ‘Libera’, l’associazione di Don Ciotti da sempre in prima linea per combattere questa e le altre mafie che inquinano il territorio nazionale, ha messo allo scoperto il nervo della sottovalutazione del fenomeno malavitoso in questione , spesso definito ‘a torto’, criminalità comune e non ‘organizzata’ da tempi non sospetti, come i fatti hanno dimostrato. Quindi, ha preso la parola, a nome e per conto di Lega Ambiente, Gianfranco Pazienza. A suo dire per sconfiggere la mafia del Gargano, occorrerebbe da subito abbattere recinti e cancelli, perché sarebbero questi ad impedire di guardare all’interno e di scoprire il malaffare. E’ stata poi la volta del protagonista della serata, Don Coluccia, che sulla scorta della sua esperienza di novello ‘Don Matteo’ televisivo ha fatto il punto della situazione sul rapporto tra legalità e territorio.
La sua venuta in paese, scortato per l’occasione da una nutrita squadra di finanzieri (scorta concessagli da qualche anno, dopo le minacce e gli attentati subiti ad opera della malavita) vuole essere un segno di solidarietà e di vicinanza concreta alla comunità per il quadruplice omicidio consumatosi il 9 agosto, che ha visto per la prima volta , assieme ad altri, l’uccisione di due ignari e innocenti braccianti sammarchesi, Si tratterebbe, a suo dire, di una solidarietà, che la chiesa in generale e in particolare i cristiani e le associazioni non devono mai far venire meno alle vittime della violenza. A suggerire comportamento ed azione è lo stesso ministero fondato sull’amore verso il prossimo e la giustizia. Bisogna non aver paura e sensibilizzare dal primo all’ultimo tutti i cittadini sammarchesi.
Solo se si è uniti e forti si può, se non sconfiggere, almeno limitare il ruolo di infiltrazione della mafia. Per fare ciò occorre agire con l’arma della persuasione e del sentimento, tagliando ad essa i tentacoli della azione delittuosa e corruttrice, che normalmente svolge la mafia. Si è complimentato vivamente, infine, con gli organizzatori per aver dato vita al coordinamento garganico, uno strumento valido che può rompere la catena del silenzio e della paura che si diffonde dopo un fatto delittuoso così grave, come quello accaduto. Don Antonio ha promesso, infine, che seguirà di persona l’evolversi della situazione in città e verrà ogni qual volta sarà richiesta la sua presenza – lezione sulla legalità, specie se avanzata dalle scuole e dalle altre agenzie educative, comprese quelle di origine non cristiane, ma sensibili ai problemi che attanagliano la società e l’umanità dei tempi correnti.
In questo egli è maestro, essendo presidente-fondatore della predetta casa di accoglienza per gli ospiti che egli definisce gli ‘ultimi’, in termini di emarginazione e di povertà. Sono intervenuti, tra l’altro , dalla platea: Antonio Daniele (A.C. di San Marco), Sasi Spinelli (coordinamento di Libera di Foggia), Pasquale La Torre (Arci di Monte Sant’Angelo) e Tonio Augelli (Artefacendo di San Giovanni Rotondo).