Arci SMiL

San Marco in Lamis, giovedì 10 agosto 2017 -  La Puglia piange altre due vittime innocenti, Luigi e Aurelio Luciani, di San Marco in Lamis. Ad uccidere i due onesti agricoltori non è stato uno scherzo del destino, non è stata l’ineluttabile coincidenza a condurli sul tratto di provinciale sbagliato nel momento meno opportuno. Non possiamo cedere ad alcuna volontà di rimozione e dobbiamo urlare a voce alta la verità: Luigi e Aurelio sono stati uccisi dalla mafia. Due cittadini divenuti testimoni scomodi di un duplice omicidio mentre percorrevano una strada pubblica in un giorno di lavoro sono stati condannati a morte e giustiziati in pochi istanti.

 I giudici e i boia di questa assurda condanna a morte meritano una risposta adeguata che non può e non deve limitarsi ad una prova muscolare. Per contrastare l’escalation di inaudita e inumana violenza riteniamo che ci sia bisogno di una rivoluzione innanzitutto culturale che essicchi le radici della piaga. La risposta dello Stato risulterà tanto più efficace quanto più sarà in grado di animare la reazione della società civile tutta.

Ogni anno, in occasione dei nostri campi e laboratori della legalità, nei quali coinvolgiamo con tante altre organizzazioni pugliesi decine di giovani, incontriamo amministratori distintisi per la difesa della legalità, magistrati e uomini dello stato impegnati in prima linea nella lotta alle mafie e, soprattutto, i parenti delle vittime innocenti che spesso svolgono il fondamentale ruolo di animazione e sostegno alle azioni di legalità democratica. In queste esperienze abbiamo imparato bene che vincere si può a patto che tutti gli attori in campo svolgano il proprio ruolo, senza paura e con senso di responsabilità.

Il comitato regionale ARCI, il Comitato Territoriale di Foggia ed il Circolo ARCI “Pablo Neruda” di San Marco in Lamis continueranno a garantire i propri presidi di antimafia sociale nello svolgimento delle proprie azioni sul territorio e l’edizione 2017 dell’importante festival ARCI “Cchiù fa notte e cchiù fa forte”, inserito nel nostro cartellone regionale di eventi, sarà dedicato ai fratelli Luciani.

I dati comunicati dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti non lasciano scampo ad interpretazioni e parlano di 300 omicidi nelle faide della criminalità foggiana di cui l’80% rimasto impunito. Al Ministro Minniti, che oggi presiede in Puglia il Comitato di Sicurezza Nazionale, rivogliamo un appello affinché la risposta dello Stato non si riduca ad una forma episodica ma ponga le basi per sottrarre alle mafie locali l’humus di cui si nutrono, fatto di senso di illegalità diffuso ma anche di vertenze sociali spesso trascurate e di totale disattenzione per percorsi culturali e di emancipazione di tutti i cittadini.