Mari Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 4 agosto 2017 - Non si sente quasi più parlare di globalizzazione. Forse perché il mondo negli ultimi anni sta implodendo su sé stesso. Non è un’esplosione, ma una contrazione del genere umano che non riesce ad espandere i propri confini. Ma sta morendo sui propri limiti geografici e politici. Sembra che con gli esodi delle popolazioni nordafricane e mediorientali verso soprattutto l’Europa, tutto ciò che fino a poco tempo fa era “uguale dappertutto”, sta assumendo un concetto diverso: “uguale per chi se lo può permettere”. E tutti gli altri si arrangiano!!

  Però, c’è un profilo di facebook dove il modo di vivere di molti di noi, è molto simile. Si tratta di uno “stile” di vita che non è mai tramontato e con l’avvento dei social network si sta relazionando a livello globale: la pazzia!! Si tratta di “Welcome to Favelas”. È un ripostiglio sociale dove tutti possono postare situazioni al limite del ridicolo, del tragico, del comico, del grottesco, dell’assurdo, e di tutto ciò che il genere umano dovrebbe evitare. Visto e considerato che ci consideriamo una specie superiore a tutte le altre.

 Su questo profilo si possono vedere delle “genialità” umane che vanno contro ogni logica. Segnali stradali messi in modi assurdi che forse non riescono provocare incidenti stradali, auto parcheggiate in mezzo ad altre auto con le due ruote laterali sospese per riuscire ad entrare nelle strisce del parcheggio, uomini e donne addormentati in bilico su delle fontane,  gente nuda che chiede alla Polizia chissà cosa, traslochi eccezionali fatti su motorini dove ci sono sopra anche tre ragazzi, citofoni “confezionati” e tenuti su con pulsanti rubati su qualche pullman, gente su dei cavalli che vogliono entrare nei bar, automobili in vendita ad un euro, e tante altre amenità dettate da menti troppo complicate per poterle comprendere.

 Ora, considerato che esiste una buona fetta dell’umanità che fa parte di questo modo di vivere, penso che le favelas esistono in tutto il mondo. Non solo quelle costruzioni fatiscenti tipicamente brasiliane, ma come modo di vivere e concepire il mondo. Una considerazione di tutto  quello che ci circonda come se nulla fosse scontato.

 Perché considerare un motorino come mezzo di trasporto per due persone, quando lì sopra possono “comodamente” viaggiare in quattro? Perché portare a passeggio un cane, quando si può benissimo mettere il collare ad un dinosauro di plastica e fargli fare un giro in città? Ma chi l’ha detto che quando si guida la visuale deve essere libera, quando invece possiamo benissimo guidare una moto e avere davanti ai nostri occhi una trave da trasportare chissà dove?

 Ecco, la globalizzazione che stavamo perdendo, adesso ci viene sbattuta in faccia da situazioni del genere. Ognuno ha le favelas che si merita. E tutti ce le meritiamo queste benedette favelas. Per il semplice motivo che ogni mondo è paese. E con questo profilo di facebook gli aggiornamenti  sul grado di pazzia del genere umano, sono a portata di click!!

 Sound Track: “Un matto” - Fabrizio De Andrè

 

Book recommended: “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo

 

Mario Ciro Ciavarella