Antonio Daniele
San Marco in Lamis, mercoledì 2 agosto 2017 - Si è svolto dal 25 al 29 luglio il camposcuola dei giovani di Azione Cattolica della Comunità pastorale SS. Annunziata- S. Antonio Abate- S. Maria delle Grazie di S. Marco in Lamis (Fg). Guidati dal vicario parrocchiale don Sergio Simone, i giovani hanno riflettuto sull’icona biblica del buon seminatore. Un seme che buttato in un terreno buono produce frutto. E i frutti del seme buono, i giovani l’hanno sperimentato andando a visitare due realtà belle di una terra martoriata.
La prima visita al Cottolengo di Trentola- Ducenta, dove per intuizione del Santo sacerdote piemontese ancora oggi i malati, quelli più indesiderati, vengono accolti e curati. Un’esperienza che ha toccato il cuore e che ha riempito di sorrisi contagiosi tutto il gruppo. La seconda visita è stata in una casa di un “boss” della camorra a Casal di Principe. Una casa che è ora un luogo di propaganda della non violenza. Una casa confiscata e donata a tre associazioni per promuovere la cultura della legalità. Un incontro di volti. Quelli uccisi innocentemente dalla camorra.
Quelli vivi, che con coraggio testimoniano che ancora oggi è possibile riscattare quel territorio dal potere camorristico. E poi il volto di don Peppe Diana che seppe non tacere in anni bui e potenti per la camorra nel denunciare tutte le malefatte e nel tenere sottomesso al loro potere un intero popolo. Oggi grazie a Libera, al Comitato Don Diana e all’Agesci, la casa che prima era luogo del potere camorristico, oggi è un museo di volti e di testimonianze per l’intera di una popolazione che si è liberata da un fardello pesante e che spera in un futuro migliore.
Al termine della visita, il gruppo si è recato sulla tomba di Don Peppe Diana per un momento di preghiera. È risuonano di profezie le parole dette da mons. Antonio Riboldi pochi giorni dopo l’uccisione di don Diana: “La chiesa ha perso un prete, ma da quel sangue è nato un popolo”.