Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, mercoledì 26 luglio 2017 - Cosa c’entra una “mirror ball” (palla a specchi) quelle che si usavano nelle discoteche, appese al soffitto, e che davano un tocco colorito all’ambiente; con un pallone da calcio? Potrebbe esserci un nesso, almeno da noi, nel nostro paese. Non so se ci fosse proprio una palla colorata che girava, nel locale dove nacque la “Pecunia”, forse la squadra di calcio amatoriale più forte nei tornei cittadini.
Forse non tutti sanno che, la “Pecunia” nacque prima come club, quegli straordinari locali tipicamente anni ’70, dove si riunivano giovani per socializzare e ascoltare musica, per poi diventare una squadra di calcio amatoriale.
Non so se in via Trieste (Porta San Severo) ci fosse realmente una palla colorata da discoteca, che creava l’atmosfera, ma quando si parla di club, l’idea va lì: ambiente soffuso, luci basse, bevande e compagnia di entrambi i sessi(!!!) Era a tutti gi effetti un locale privato per ballare. Ed ha una data di nascita precisa: novembre 1976
In via Trieste ebbe vita tutto ciò. Da un’idea scaturita e portata avanti da soggetti come Michele Leone (messo comunale), Michele Gaggiano, Nicola Soccio, Pietro Tantaro, Giggino Casale, Tonino Casale, Leonardo Gualano, Michele Argentino, Andrea Argentino ed altri.
La Pecunia partecipò al torneo cittadino di San Marco in Lamis (FG) dal 1977 al 1985. Vincendo subito all’esordio e l’anno dopo, successivamente nel 1981 e 1983.
Sono rimaste nella storia le finali contro il Bar Tancredi (che racconteremo in un articolo successivo). Gradinata stracolma, Monte di Mezzo tutto esaurito e le poche e fortunate auto che riuscivano ad entrare per posizionarsi tra una delle due porte del campo da gioco e quella… del cimitero!!
A proposito di finali contro il Bar Tancredi, ricordo una finale, probabilmente del 1981, in cui ci fu un’invasione di campo prima che finisse l’incontro. O qualcosa di simile, che fece riversare centinaia di tifosi verso lo spogliatoio. Con minuti interminabili di vera tensione.
È difficile dire quale divisa indossasse normalmente la Pecunia, vale a dire quali fossero i suoi colori sociali. Dalle foto sembrerebbe il colore granata. Dico questo perchè questa squadra amatoriale possedeva la bellezza di 11 (undici) divise!!! (se qualcuno mi spiega il perchè faccio un articolo solo su questo…)
Le coppe del torneo cittadino venivano acquistate solitamente a Padova ed esposte nella vetrina del Bar Ginetto. Erano coppe di una certa sostanza, grandi e pesanti: trofei che riempivano gli occhi di gioia solo a vederle, i ragazzini rimanevano lì davanti a quella vetrina immaginando che un giorno anche loro potessero alzarle al cielo nel nostro campo sportivo nel giorno di Ferragosto, quando si svolgeva la finale.
Molto probabilmente nel 1978, l’anno in cui vinse uno dei suoi tornei la Pecunia, ci fu il boom di partecipazione di squadre: ben 13, con inizio il 27 giugno e finale il 15 agosto. Un mese e mezzo di calcio di un buon livello. Il Comune contribuiva a questo evento sportivo con un’offerta di 150.000 lire (e non erano poche per quei tempi).
Forse in un lontano passato, il torneo cittadino avrà avuto anche un numero più elevato di squadre partecipanti: basti pensare che il primo torneo venne organizzato nel 1955, grazie all’interessamento di Ettore Ciavarella.
Gi incontri di calcio venivano arbitrati quasi sempre da ragazzi del posto, come Pietro Tantaro, Tonino D’Amico, Tonino Giacobbe, Franco Delli Muti. Nelle semifinali e finali venivano chiamati arbitri e guardialinee federali della sezione di Foggia.
La mascotte della Pecunia era il simpatico ed indimenticabile Ciro Ciavarella (Geruzz), il quale amorevolmente si dedicava alla cura e al recupero delle maglie della squadra, portandole dalla sede di via Trieste al campo sportivo e successivamente in lavanderia. Un atto d’amore per le tante maglie della Pecunia.
Per le semifinali e finali, le squadre partecipanti facevano delle campagne acquisto… lampo: riuscivano a reclutare giocatori semiprofessionisti anche della serie C per farli scendere in campo nelle partite più impegnative. La Pecunia spesso trovava giocatori di questo calibro a Manfredonia. E la prima tappa di avvicinamento verso il campo sportivo era… il ristorante “da Caterina” a Borgo Celano.
Nel 1977 la Pecunia “inaugurò” con altre squadre i nuovi spogliatoi (non quelli attuali ma quelli precedenti, e successivi alla casetta gialla), in modo tale che le due squadre che scendevano in campo potevano servirsi di due spogliatoi: una squadra si spogliava nello spogliatoio nuovo (per intenderci quello dove abitava la famiglia Pennisi), e l’altra squadra poteva usare lo spogliatoio giallo, dove per tanto tempo ha campeggiato la scritta: “Albitro”.
La Pecunia partecipò anche a tornei nei paesi vicini, vincendo quello a San Giovanni Rotondo nel 1979, a Torremaggiore nel 1983 arrivò seconda.
Nel 1985 dalla Pecunia nacque la “Virtus San Marco” che partecipò al campionato di Terza Categoria. Una vera squadra “ufficiale”. Con successiva fusione con la Polisportiva nel 1990, dando vita alla “Polisportiva Virtus San Marco”.
I ragazzi di questa bella realtà calcistica amatoriale sammarchese parteciparono anche a degli importanti tornei internazionali all’estero, come quello di Goteborg (Svezia), Limoges (Francia), Calella (Spagna).
Sembra di parlare di eventi successi secoli fa. Purtroppo la bellezza dei ricordi contribuisce a rendere più mitici episodi che lo erano già all’epoca. Soprattutto se pensiamo che realtà come questa squadra ed altre, non potranno più esserci.
Non sappiamo se per colpa del tempo o di noi stessi.
Mario Ciro Ciavarella