Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 8 luglio 2017 -  I curriculum vitae sono all’ordine del giorno per centinaia di migliaia di giovani italiani che cercano disperatamente un lavoro. Anche se poco inerente al proprio titolo di studio. Oggi come oggi va bene qualsiasi lavoro, almeno per iniziare. Senza parlare dei tanti che hanno più di una laurea e alcuni master come  specializzazione. Ma niente: il lavoro latita.

 E allora è meglio iniziare da subito, magari anche prima che si abbia l’età giusta per potere lavorare: da 15 anni. Da quell’età, invece che continuare a studiare, qualcuno pensa di poter lavorare. Se si riesce a trovare un posto di lavoro tramite raccomandazione, si fa prima. E la lettera bisogna impostarla bene: con tutti i crismi.

 “Buongiorno carissimo, come va? Spero tutto bene! Scrivo questa lettera perché per vari motivi non lo si può vedere… il motivo principale è che io sottoscritto vorrei mettermi a disposizione per voi e la vostra famiglia”.

 Analizziamo questa missiva nei punti essenziali.

 - Non si può vedere il destinatario di questa lettera: poiché è in carcere.

- Mettersi a disposizione: vale a dire, “farei di tutto per voi”.

- Fare di tutto per quella famiglia: si intende per la “ndrangheta”.

 È una lettera che mette timore, anche perchè è stata scritta da un ragazzo di 15 anni, ed è una richiesta vera e propria di affiliazione ad una cosca calabrese, quella capeggiata da Antonio Cataldo, capo cosca di Locri.

 Questa lettera di raccomandazione è stata scoperta per caso in una scuola calabrese e diretta al già nominato boss, ma data materialmente alla figlia adolescente del Cataldo.

 Sembra che non ci sia nulla di strano da parte di questo minorenne nell’indirizzare ed inviare una lettera di tale portata al boss di una cosca malavitosa. Non so fino a che punto la scuola abbia deluso questo ragazzino. Se la “colpa” fosse della scuola.

 Non sappiamo se la decisone di scrivere questa lettera sia stata influenzata più dall’ambiente scolastico oppure da come la vita scorre tutti i giorni,  non solo per lui, nel suo paesino calabrese.

 Una cosa è certa: il piccolo calabrese ha scelto la via più veloce ed economico. Come dire: è inutile studiare e perdere tempo, quando invece c’è qualcuno che mi potrebbe sistemare subito e senza spendere un centesimo negli studi.

 È senza dubbio allucinante la realtà che è davanti ai ragazzi soprattutto del sud. Dove le certezze per un futuro migliore sono zero, e la possibilità di un futuro garantito viene intravisto se si fa parte dell’illegalità.

 Un’illegalità che nel tempo diventa legale: se i colpevoli non vengono quasi mai puniti, nella mente dell’adolescente gli atti criminosi possono passare come “atti puri”, o almeno giustificati. A volte, per loro, è giusto se a morire sotto i colpi di pistola ci capita un delinquente: un loro simile.

 Il confine tra legalità e tutto il resto sta diventando un’opinione. Se questo strano concetto sta balenando nella mente dei ragazzini, in futuro non so verso quale direzione si sposterà la linea di demarcazione tra giusto e sbagliato.

 Non diamo la colpa a questo “piccolo scrivano” del sud Italia. Se si è giunti fino a questo punto, il tutto è partito da chi dà l’esempio. E l’esempio lo diamo comunque e sempre noi grandi!!

 Sound Track: “Futura” - Lucio Dalla

 Book recommended: “I ragazzi della via Pàl” di Ferenc Molnàr

 

Mario Ciro Ciavarella