Redazione
San Marco in Lamis, venerdì 30 giugno 2017 - "Che schifo, arrivano gli immigrati"."Di sicuro avremo più delinquenza". "#stopinvasione". Questi sono alcuni dei commenti letti in merito ad un articolo pubblicato su un sito web d'informazione locale che annuncia l'arrivo di un numero limitato di immigrati in una struttura ubicata a 10 km dal centro abitato. E pensare che non molto tempo fa avrei commentato allo stesso modo. Fino a quando, trasferitomi in un'altra città per gli studi universitari, mi sono ritrovato come vicino di casa Nazar.
Nazar era un metalmeccanico, lavorava tutto il giorno e lo incontravo solo nel tardo pomeriggio, quando con la tuta blu rientrava a casa sfinito, attesso sull'uscio della porta dalle sue due figliolette e da sua moglie. Una di quelle belle famiglie che siamo abituati a vedere quotidianamente, ma c'era solo una piccola differenza: avevano la pelle un po più scura della nostra in quanto erano emigrati dal Pakistan.
Non nego di aver avuto un po di pregiudizi inizialmente, perché per me era una cosa diversa avere come vicino di casa uno "straniero". Con il passare del tempo ho iniziato a scambiare due chiacchiere con lui e mi ha raccontato la sua storia, le difficoltà che ha incontrato per raggiungere l'Italia e la gioia che ha provato nel riuscire a trovare un lavoro per sfamare le sue figlie. È stato un messaggio forte per me. Ho riflettuto e mi sono posto alcune domande: e se fossimo noi o qualche persona a noi cara a dover emigrare? Meriteremmo di essere trattati nel medesimo modo? Ci siamo dimenticati di quando gli emigranti eravamo noi?
Il mio professore universitario di Genetica delle popolazioni in una trasmissione televisiva della Rai pronunciava la seguenti parole: " Volete vedere un uomo Africano? Allora guardatevi allo specchio". Già, proprio così, perché secondo la Teoria della Monogensi deriviamo tutti dalla stessa forma primitiva, peraltro Africana. Se ci limitiamo a lamentarci di avere dei politici corrotti e giudichiamo il prossimo prima di conoscerlo solo perché ai nostri occhi appare "diverso", allora aveva proprio ragione il mio professore. Dobbiamo guardarci allo specchio e meditare, perché il mondo in cui viviamo è solamente il riflesso delle nostre azioni.
Un cittadino SAMMARCHESE, uno qualunque.