NcS San Marco in Lamis
San Marco in Lamis, martedì 6 giugno 2017 - La locale sezione del movimento “Noi con Salvini” è lieta di comunicare, che nell'ambito della manifestazione estiva “Festa del Rinnovamento” seconda edizione, si terrà una conferenza pubblica con la partecipazione di MAGDI CRISTIANO ALLAM il quale presenterà il suo libro dal titolo “IO E ORIANA”, a cui seguirà dibattito pubblico su tematiche di attualità.
Il libro è disponibile in prevendita al prezzo di 10 euro, e sarà autografato dall'autore in occasione della manifestazione. La data ed il luogo saranno comunicati successivamente con ulteriore avviso. Per informazioni rivolgersi agli organizzatori tramite la pagina di Facebook Noi con Salvini – San Marco in Lamis. Sezione NcS San Marco in Lamis.
Magdi Cristiano Allam, nato Magdi Allam (in arabo: مَجْدِي علام, Maǧdī ʿAllām; Il Cairo, 22 aprile 1952), è un giornalista, politico e scrittore egiziano naturalizzato italiano. L'infanzia e il trasferimento in Italia[modifica | modifica wikitesto] Per volontà della madre Safeya (Ṣāfiya), che lavorava come baby sitter per una famiglia italiana, i Caccia, studiò presso il collegio cattolico delle suore comboniane al Cairo.] Dal 1962 fino al 1970 proseguì i suoi studi in un collegio salesiano guidato da Don Carlo Moroni. Imparò la lingua italiana e acquistò familiarità con la cultura italiana e occidentale e con la religione cattolica (pur non essendo ancora battezzato).
A vent'anni (1972) ottiene una borsa di studio indetta dal governo italiano e si trasferisce in Italia. Si laurea in sociologia all'Università La Sapienza di Roma. Allam ha tre figli: Davide avuto dalla moglie Valentina Colombo, Sofia ed Alessandro nati dal precedente matrimonio.[8]
L'attività giornalistica in Italia
La carriera giornalistica di Magdi Allam è iniziata nei primi anni ottanta. Si è occupato da subito di tematiche legate al Vicino Oriente e ai rapporti tra questo e l'Occidente. Dopo avere collaborato con i quotidiani il manifesto e con l'agenzia di stampa «Quotidiani Associati» dove scrive articoli di politica internazionale, entra a La Repubblica, dove lavora come editorialista e inviato speciale. Nel 2003 Stefano Folli lo porta al Corriere della Sera offrendogli la carica di "vicedirettore ad personam", una qualifica superiore a quella ricoperta a la Repubblica e che sollevava Allam da ogni responsabilità sulla linea politica del giornale. Il suo primo articolo al Corriere è datato 3 settembre 2003; Allam firma il suo ultimo articolo per il quotidiano di via Solferino il 30 novembre 2008,[10] quando direttore è Paolo Mieli (i due si erano conosciuti nel 1978 alla «Quotidiani Associati»).Dal 2009 ha iniziato una collaborazione con Libero Quotidiano. Dal 2011 ad oggi lavora come editorialista de Il Giornale.
Le sue posizioni severamente critiche sul mondo islamico (dura condanna di numerose associazioni islamiche da lui ritenute estremiste, proposta del divieto di costruire nuove moschee, teorie riguardanti rapporti occulti tra moschee e gruppi terroristici che ne avrebbero in alcuni casi anche finanziato la costruzione) gli hanno procurato critiche ma anche consensi.[senza fonte]
I suoi ammiratori lo citavano spesso come modello di musulmano moderato e di arabo perfettamente integrato nel mondo, nella cultura e nel sistema di valori propri dell'Occidente; per i suoi detrattori si tratta invece di un personaggio inattendibile, che diffonde odio e sospetti. Un incidente giornalistico rimasto irrisolto appare quanto dichiarato il 31 maggio 2004 sul Corriere della Sera, su cui Allam scrive che nel commando dell'iracheno Muqtada al-Sadr, che aveva rapito quattro italiani e trucidato Fabrizio Quattrocchi, vi era un italiano. Invitato a rivelarne il nome, Allam non lo fa, affermando che la notizia gli era stata comunicata dai servizi segreti italiani. La richiesta di Sandro Bondi e di Franco Servello in Parlamento fu che, a quel punto, il governo di Silvio Berlusconi avrebbe dovuto rivelare "di quali notizie disponga" e quali fossero "i collegamenti tra terrorismo islamico e componente italiana del terrorismo internazionale". Al di là della indimostrata esistenza di una "componente italiana del terrorismo internazionale" a quella data, tali domande, così come quella avanzata dal gruppo DS al Senato, rimasero senza risposta alcuna, né Allam confermerà mai quella che di fatto è rimasta una dichiarazione senza alcuna fonte accertabile.
Nel 2006, Allam ha vinto, congiuntamente a tre altri giornalisti, il premio Dan David, istituito dall'omonima fondazione israeliana in onore di un imprenditore israeliano. Il premio, dotato di 1 milione di dollari, fu diviso come da regolamento in parti uguali con gli altri tre vincitori, e donò il 10% del premio a studenti laureati nei loro rispettivi campi. Gli è stato assegnato per "il suo incessante lavoro mirante a favorire la comprensione e la tolleranza fra le culture",