Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, giovedì 4 maggio 2017 - Penso che sia impossibile capire come mai si possa amare una persona che abbia fatto del male al prossimo. Omicidi, rapine, rapimenti di persone, torture. Eppure c’è gente che non sola ama (o ha amato) persone che si sono macchiate dei delitti più gravi, ma gli stessi delitti, o qualcosa di molto simile, è stato compiuto da loro stessi. Magari insieme, tra un bacio e una carezza qualcuno perdeva la vita. Ammazzato.
Morti che hanno segnato gli anni ’70 e ’80 della nostra Repubblica. Parliamo di terrorismo con tinte “simil-rosa”. Amore nascosto, prima, nei loro rifugi segreti. E poi quei sorrisi, quei baci e abbracci rifatti in una cella, durante i processi che vedevano in primo piano i Brigatisti Rossi ed altri simili, affiliati ad una decina di sigle che hanno messo in seria difficoltà la democrazia in Italia fino a qualche decennio fa.
Forse una risposta a queste situazioni estreme c’è: quando si decide di vivere la tua gioventù facendo la "lotta armata", hai poche scelte; rinunci ai rapporti sentimentali oppure devi sceglierti una persona che la pensa come te. Terrorismo comunque.
Valerio Fioravanti e Francesca Mambro (Nuclei Armati Rivoluzionari), Sonia Benedetti e Marco Fagiano (Prima Linea), Susanna Ronconi e Sergio Segio (Prima Linea), Valerio Morucci e Adriana Faranda (Brigate Rosse), Mara Cagol e Renato Curcio (Brigate Rosse).
Sono alcune delle coppie che, secondo me, si sono ritrovate per caso in quel contesto di protesta che caratterizzava inizialmente il movimento studentesco, e il terrorismo vero e proprio poi.
L’amore sarà nato dopo, prima la contestazione sociale e poi l’innamoramento. Sono situazioni difficili da accettare, soprattutto se si pensa al futuro di queste coppie. Magari alcune si sono anche sposate e avranno avuto dei figli.
Cosa hanno potuto dire ai loro figli del loro amore?? Che è stato un fidanzamento “normale”? che hanno vissuto come tutti i ragazzi la loro gioventù? che i loro figli sono stati educati secondo i dettami della loro gioventù armata?
Vedete: l’amore, la famiglia, la società si sono intrecciate talmente male nelle trame di questi ragazzi (all’epoca) che è molto difficile tracciare una linea di confine tra “giusto” e “sbagliato”. Nel senso che inculcare un’educazione ai loro figli, con un vissuto anarchico e rivoluzionario, penso che per questi terroristi sia stato molto difficile. Quasi imbarazzante.
Si è quello che si vive. Su questo non ci sono dubbi. Portiamo dentro le nostre ossa il nostro vissuto. Più sofferenze che gioie. Sparatorie, rapine, ferite sui corpi delle persone assalite dai terroristi, sono momenti riflessi nelle menti dei loro figli. Non so con quali risultati.
Magari alla fine, alcune di queste coppie non si sono sposate tra di loro. Ma con altre persone conosciute dopo. Ma il discorso cambia poco: il loro passato è stato tramandato non solo nei geni dei loro figli, ma soprattutto nei “memi” della loro discendenza. Informazioni trasmesse da padre in figlio non so fino a quale generazione.
L’amore criminale che hanno vissuto i brigatisti e derivati vari, non sappiamo quale effetto abbiano avuto sulla loro discendenza. Forse un effetto che nessuno conosce, oppure pochi intimi sanno i “risultati” dei loro amori.
Amore e guerra non so fino a che punto possono andare d’accordo. Penso che alla fine uno dei due vincerà. E il risultato finale lo sanno solo i diretti interessati.
Mario Ciro Ciavarella
Sound track: “Bomba o non bomba” di Antonello Venditti