Avv. Pasquale Spagnoli
San Marco in Lamis, venerdì 26 febbraio 2016 - Le ultime sollecitazioni del PD sul dissesto si chiudono con la raccomandazione: “si lascino perdere metafore e robette varie tipo ‘specchi’, ‘bacchette magiche’ e simili, di fronte alla gravità di quel che sta emergendo sono richieste serietà e chiarezza”. Personalmente accolgo questa raccomandazione ma chiedo loro altrettanta serietà e chiarezza, di smetterla con le solite allusioni ai presunti “cultori del dissesto” e con le solite lezioncine di grammatica.
Dimostriamo tutti serietà e chiarezza.
Per questo chiedo, al PD prima di tutto, di tenere presenti, nel considerare il dissesto ed i debiti, la legge e la documentazione che devono essere riportati per intero e senza menomazioni.
Vediamo prima la legge e chiariamo, da subito, che non c’è bisogno che sentano il dovere di chiedere ai Commissari cosa contengono le 405 istanze pervenute, perché è la legge stessa che prevede la pubblicità delle istanze accolte e di quelle escluse, dopo una attenta indagine istruttoria.
Siamo seri, quindi, e lasciamo lavorare tranquillamente i Commissari senza coinvolgerli nella sterile propaganda di bottega.
I Commissari, se si legge bene, e tutta, la deliberazione indicata, in pratica dicono una cosa semplicissima, che è imposta loro dalla legge: considerato l’alto numero delle istanze (405) e che “la condizione di creditore e l’entità del credito” sono definite a seguito di una ben precisa istruttoria, poiché non possono dare comunicazione dell’avvio del procedimento a tutti singolarmente, lo fanno con pubblicazione all’albo di un avviso che vale per tutti.
In altri termini si dice ai creditori: vedete che noi abbiamo iniziato la fase istruttoria e che non tutte le istanze potrebbero essere ammesse per le ragioni sommariamente indicate.
Da questo atto formale e burocratico venire a dire che il PD aveva ragione quando affermava che non eravamo in una situazione di dissesto ce ne corre!
E’ serio tutto questo? Stravolgere il significato di un avviso contribuisce a fare chiarezza?
Ma tutto sommato il PD con quel comunicato cerca di fare chiarezza.
Infatti, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il PD continua a sostenere che il dissesto non andava dichiarato (o no?), mentre la maggioranza (così come dice la legge e le numerosissime sentenze in merito) afferma che la dichiarazione di dissesto è un atto dovuto e non discrezionale: “si ha dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’Ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all’articolo 193, nonché con le modalità di cui all’articolo 194 per le fattispecie ivi previste” (art. 244 del TUEL).
Il PD, quindi, se vuole essere serio deve provare che il Comune di San Marco in Lamis non si trovava in questa condizione dettata dalla legge.
Ora, siccome organi tecnici (Ministero, Corte dei Conti, Responsabile del Servizio Finanziario, Organo di Revisione) hanno addirittura indicato le cause del dissesto, il PD, per serietà e chiarezza verso i cittadini, deve dire fin da ora se quei pareri erano e sono sbagliati.
I documenti valgono sempre e tutti per intero.
Non è serio non considerarli e non è serio non dire che cosa c’è di sbagliato nei documenti; sperando che non si insista con le solite allusioni a “relazioni compiacenti”: oltretutto, detto di atti pubblici, si accusa chi li ha prodotti di un fatto illecito.
Per quanto riguarda la richiamata quota significativa della massa passiva che “potrebbe essere considerato non ammissibile”, mi domando: potrebbe trattarsi di una constatazione riguardante quelle richieste non ammissibili che afferiscono ai debiti latenti/passività potenziali (che però già non risultavano tra i debiti certi indicati nella delibera di dissesto e per i quali non si poteva certo impedire ai presunti creditori di avanzare richiesta), oppure a quelle richieste su cui si discute la competenza dell’Organo a gestire il riferito debito?
Pasquale Spagnoli