Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 5 febbraio 2016 - Mario Non ci sono più dubbi: in Italia è pericoloso viverci. Davanti (ma anche dietro) ci può arrivare di tutto. Drogati che guidano auto e rimangono impuniti, delinquenti che dobbiamo far ”accomodare” in casa nostra e fargli la lista della spesa… che devono portarsi nelle loro case. Politici ignoranti, delinquenti e puttanieri e che poi vanno al Family Day. Cos’altro ci manca? Nulla, noi italiani non ci facciamo mancare nulla. Siamo il popolo che riesce a trovare tutti i guai del mondo e li facciamo nostri, con il copyright, e senza trovare i rimedi.
Altrimenti non sono più guai, se riusciamo a trovare le soluzioni.
Mettiamo fuori dal carcere mafiosi e sicari perché qualche giudice dimentica che stanno per scadere i termini di detenzione (e allora condannate il giudice!!!!)
Condoni su condoni per delinquenti dell’edilizia. Ladri autorizzati dallo Stato possono (ma forse devono) rubare, senza che il derubato possa difendersi. Ma se proprio deve difendersi, senza offendere l’aggressore.
Viviamo su un altro pianeta, l’Italia non fa parte del pianeta Terra.
E soprattutto non vi fate scappare la pipì. Altrimenti rischiate tanto. Anche di perdere il posto di lavoro, perchè se vi scappa la pipì e venite multati, tutto ciò è un precedente che viene annoverato nel “non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l'applicazione di misure di sicurezza e di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi scritti del Casellario giudiziario ai sensi della vigente normativa", nel momento in cui fate domanda per poter lavorare!!??
Capito??? Un professore è stato licenziato dalla Corte dei Conti, perché quando fece la domanda di insegnamento, non aveva riportato nella stessa che 11 anni prima era stato multato per aver fatto la pipì all’aperto. E l’aveva fatta anche in disparte e proprio perchè… gli scappava!!!
Ma se l’avesse dichiarato, non avrebbe potuto lavorare poiché… PREGIUDICATO!!
Quindi il professor Stefano Rho che insegna, anzi insegnava a Bergamo, è stato imputato, 11 anni fa, di atti contro la pubblica decenza, all'epoca ricevette duecento euro di multa, subito pagati senza neanche fare ricorso. Quando si dice l’onesta: poteva difendersi con un avvocato e dire chiaro e tondo che… quando scappa scappa!!
Il bello è che la condanna al licenziamento è arrivata dalla Corte dei Conti. Ma che pensassero ai tanti stronzi che abbiamo in Italia (da noi si dice: fare gabinetto grande), e non a chi gli scappa da pisciare (fare gabinetto piccolo).
Naturalmente gli studenti e i genitori degli stessi hanno immediatamente protestato. Ma per ora non c’è nulla da fare: il professore rimane licenziato, quella pipì di tanti anni fa gli ha… macchiato la sua fedina penale!!??
Ora, cari politici italiani, se non volete che vi pisciamo sulle vostre scarpe che paghiamo con i soldi nostri (quando ci scappa), ogni 10 metri mettete dei vespasiani. Dotati di carta igienica e tutto ciò che concerne la pubblica decenza in un bagno pubblico.
Non si può rischiare di perdere il posto di lavoro solo perchè dobbiamo espletare i normalissimi bisogni fisiologici. Aiutateci a far capire alla Corte dei Conti che il nostro Paese è alla deriva in tutto e per tutto, e che non vadano a vedere a chi gli scappa e a chi invece riesce a trattenerla.
Cari politici, il tempo stringe, come quando scappa di fare la pipì. E con i “restringimenti” sono dolori. Per tutti, ma proprio tutti.
Viviamo con la merda fino al collo, e questi vanno a contare quante gocce di pipì sono cadute sull’asfalto a chi proprio non ce la faceva più??
Figuriamoci se ci scappa di defecare, e non troviamo un bagno pubblico vicino. I giudici su questa terra, conoscitori del bene e del male, a cosa potranno condannare l’imputato??
Se lavora gli tolgono il posto, come minimo. Ma se è disoccupato, forse verrà condannato a non lavorare mai più, poichè la defecazione fatta è ormai passata in giudicato.
A questo punto se ci scappa, facciamola (fino a quando riusciamo a respirare, facciamola…)
Mario Ciro Ciavarella