Giuseppe Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 16 aprile 2019 -  Papa Francesco riceve 400 volontari dell’Aido e ricorda che donare non è solo un “atto di responsabilità sociale” ma anche “espressione della fraternità universale” e gesto di amore generoso che contrasta le minacce contro la vita “dell’aborto e dell’eutanasia” La donazione di organi non è solo un “atto di responsabilità sociale”, ma anche un “espressione della fraternità universale che lega tra loro tutti gli uomini e le donne”.

 

Per i credenti, poi, “è un dono fatto al Signore sofferente”, un gesto di amore generoso che contrasta le minacce contro la vita “dell’aborto e dell’eutanasia”. Papa Francesco parla così ai 400 volontari dell’Associazione italiana donatori di organi, l’Aido, accolti nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, in rappresentanza, ricorda, “di migliaia di persone che hanno scelto di testimoniare e diffondere i valori della condivisione e della donazione, senza nulla chiedere in cambio”.

 Donare gli organi è una necessità sociale. Dopo il saluto della presidente Aido Flavia Petrin, il Pontefice ricorda che “gli sviluppi della medicina dei trapianti hanno reso possibile donare dopo la morte, e in certi casi anche in vita (come ad esempio nel caso del rene), degli organi per salvare altre vite umane”. Ma anche “per conservare, recuperare e migliorare lo stato di salute di tante persone malate che non hanno altra alternativa”. Quindi, sottolinea il Papa, la donazione degli organi “risponde ad una necessità sociale perché, nonostante lo sviluppo di molte cure mediche, il fabbisogno di organi rimane ancora grande”.

 Esperienza profondamente umana e carica di amore