Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, giovedì 17 febbraio 2022 - Grazie a Raffaele Fino sono riuscito a recuperare i numeri di “Qualesammarco”, uno straordinario reperto giornalistico di fine anni ’80, dove si trattavano tematiche locali. In questa nuova rubrica riscopriremo come si viveva nel nostro paese oltre trent’anni fa, quando il contatto umano c’era ancora!! Ripropongo in ogni puntata alcuni momenti degli articoli stampati. Buona lettura.
In prima pagina c’è la presentazione del giornale da parte di Sergio D’Amaro, dove dice che la presente pubblicazione avrà cadenza trimestrale con inchieste e dibattiti sulla comunità sammarchese, e “anche il passato rivivrà senza bisogno di lapidi…”, “la riproposta di grandi fenomeni sociali come il brigantaggio e l’emigrazione…” Insomma, un giornale completo che voglio riproporre con grandissimo interesse da parte mia, che ricordo come uno straordinario momento della San Marco che non c’è più…
“IL TORRENTE JANA E IL CENTRO ABITATO”, di Raffaele Fino. Nel settembre del 1982 ci fu la prima grande alluvione che interessò il nostro paese con ingenti danni (alcuni rischiarono anche la vita), vennero stanziati 2 miliardi e 600 milioni di lire da parte della Comunità Montana del Gargano. Dal novembre del 1987 iniziarono i lavori per la sistemazione dell’asta principale del “canalone”. Questo importante finanziamento con i relativi lavori di ristrutturazione, è stato uno dei tanti che riuscirono a mettere in sicurezza tutta la nostra città. Ricordando che nel tempo altre alluvioni interessarono il nostro paese. Il torrente Jana è il più importante corso torrentizio del Gargano, con una superficie di 3.800 Ha. È delimitato a Nord dai Monti Mastro Stefano e Difesa San Matteo, a Sud da Monte Celano, il suo alveo si perde in località “Brancia” Stazione di San Marco. La rete torrentizia ha uno sviluppo di 40 chilometri.
“ESSERE ANZIANI A SAN MARCO”, di Nina Nardella e Angela Soccio. Nel 1988 San Marco occupava il posto n. 12 nella graduatoria dei 29 paesi più poveri dell’intera Provincia per reddito pro-capite. La difficile condizione sociale a San Marco è emersa da un’indagine conoscitiva svolta dai Servizi Sociali del nostro Comune su un campione di 214 anziani rispetto ad un totale di 2.843. Le principali cause di disagio emerse si possono così riassumere: basso livello di scolarizzazione analfabeti 38%, licenza Elementare 28%. Titolari di pensione 64%, situazione famigliare caratterizzata da estrema solitudine celibi-nubili 8%, vedovi-vedove 17% Per sopperire a questa situazione non proprio felice, il Comune di San Marco ha provveduto a promuovere una convenzione con la cooperativa “Nuovi Servizi” per l’assistenza domiciliare agli anziani e per l’approvazione di un progetto per la costruzione di un Centro Polivalente per Anziani.
“C’ERA UNA VOLTA LA MIETITURA”. Fonte: Caterina Accadia (anni 72) “Quant’è belle agghì a mete, mo va a magne e mo va arrete”, così si cantava prima di iniziare la mietitura. Appena ci si metteva in cammino si mangiava un pezzo di tarallo o di propato, i mietitori affiancati a gruppi di quattro, da “lu lejante” (colui che legava) tagliavano “li jermete” (manipoli) che raccolti in “manocchie” (covoni) formavano “li acchje” (biche). Per trasportare il grano dall’aia si usavano “li ceverre” (barre di legno incrociato). Finita la raccolta del grano si dava inizio alla pesatura (trebbiatura) che si faceva con l’aiuto di cavalli, asini… per poi continuare a lavorare fino a sera.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio