Antonio Daniele
San Marco in Lamis, domenica 30 gennaio 2022 - Carissimi giovani, la morte di Adriano ci ha lasciato sgomenti e ammutoliti. La sua giovane vita aveva, ancora, tanto da dire a tutti voi, che avete goduto della sua amicizia. Vi ho visti alla casa funeraria con gli occhi pieni di lacrime e sincero dolore. Di fronte alla sua salma vi volevo dire che la vita non finisce. Non è tutto perduto. Ma abbiamo la promessa della vita eterna.
È necessario aprire il nostro cuore a questa promessa, senza la speranza cristiana la vita non ha senso, è come un vicolo cieco. Vi ho visti smarriti, increduli, senza parole. Ad ognuno di voi vorrei dire di esercitarvi a conoscere le vostre paure. A non farle diventare giganti o mostri, ma che esse siano stimolo a trasformarvi in persone coraggiose. A conoscere il dolore per trasformarlo in serenità. A sentire la fatica dei passi, per camminare poi più veloci. A capire ciò che volete essere, più che la pretesa di ciò che volete avere. Mettete le vostre energie al servizio degli altri, imparerete a comprendere le grandi potenzialità che ci sono in ognuno di voi. Non fatevi ingannare dai venditori di facili felicità e di morte, ma siate voi stessi custodi della vostra esistenza.
Abbiate un braccio proteso verso chi è caduto, pronto a rialzarlo, e sentirete la felicità della sua compagnia. Non alimentate dentro di voi sentimenti autodistruttivi, ma imparate a conoscerli per un servizio migliore alla nostra città. Imparate a seminare. A scegliere semi buoni, un giorno saranno germogli che riempiranno di felicità il vostro avvenire. Ponete le domande che sono custodite dentro di voi. Rompete le scatole ai vostri genitori, insegnanti, educatori, forse non avranno tutte le risposte, ma sicuramente avrete qualcuno pronto ad ascoltarvi.
Carissimi ragazzi, abbiate lo sguardo di guardare oltre, ma nello stesso tempo di scrutare chi vi è vicino. Vi auguro di essere portatori sani di vita vera, quella capace di trasfigurare le nostre vite e di essere segno di speranza. Vorrei concludere queste mia lettera con le parole di don Tonino Bello: “Mordete la vita. Bruciate…perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza”.