Arci Pablo Neruda
San Marco in Lamis, lunedì 15 febbraio 2016 - Torniamo a casa, a valorizzare e conoscere insieme alcune delle pellicole più interessanti uscite in questi ultimi anni. Troppo spesso siamo bombardati (senza risparmiare i media) da uscite cinematografiche prive di qualsivoglia valore culturale, e piene di moralismo squattrinato che non fa per nulla bene al nostro cinema, e di rimando alla nostra identità artistica. E, appunto per questo motivo, diventa più che necessario rispondere con fermezza ponendo in primo piano, al di là degli incassi al botteghino (sempre più fuorvianti), film che possano arricchire noi che li guardiamo, che possano, in qualche modo, rappresentare il valore del nostro cinema e della nostra società.
Partiamo subito in quarta, con BELLUSCONE (giovedì 18 febbraio) di Franco Maresco. Capolavoro riconosciuto più all’estero che in Italia, il film esplora in maniera sagace e tragicomica i rimasugli che l’era berlusconiana ha lasciato nella mente della gente comune, degli ignoranti e degli adulatori più abietti. Un falso documentario che vira al grottesco, che commuove per la precisione dell’analisi sulla verità e insieme la follia che imperversano in questi ultimi anni, nella nostra amata penisola.
A seguire ANIME NERE (giovedì 25 febbraio) di Francesco Munzi. Splendido affresco, nero come la pece e come le anime che abitano nei recessi dei territori di ambientazione del film. Spazi aperti, eppure chiusi senza possibilità alcune di uscirne fuori, sono quelli che il regista mette in scena. Retaggi atavici ma ancora attualissimi di intrighi familiari, di malvagità oscura, per un altro capolavoro.
Come terza proposta abbiamo È STATO IL FIGLIO (giovedì 3 marzo) di Daniele Ciprì. Film del 2012, che riproponiamo per il suo essere ormai diventato un piccolo cult tra i cinefili nostrani. Anche qui, commedia e grottesco fanno a gara in quanto a intelligenza e soluzioni originali. Film prezioso, i cui temi sciorinati all’interno vanno dall’illusione del benessere alla miseria, dall’innocenza ai quartieri popolari.
Per finire, MIA MADRE (10 marzo) di Nanni Moretti. Film osannato dalla critica di mezza Europa, in Italia poco compreso. Ultimo parto morettiano a sfiorare il capolavoro, il film mette in scena il disorientamento di fronte alla malattia, i sogni, i ricordi, ma anche una vena comica incredibile, che per nulla stona in un contesto così serio. Film anche sfacciatamente politico e sociale, film di licenziamenti e contesti urbani quanto mai attuali. A cesellare il tutto, soluzioni metacinematografiche da manuale.